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Diplomati tra università e lavoro

AlmaDiploma, in vista della riapertura delle iscrizioni alle scuole superiori, diffonde alcuni dati sulla condizione occupazionale e formativa dei diplomati 2014.

Nell’ambito del XII Convegno nazionale “Orientamento in e per la scuola. Le linee guida per l'autovalutazione degli Istituti secondari”, tenuto mercoledì 3 dicembre al Ministero dell’Istruzione di Roma, AlmaDiploma e AlmaLaurea, nel corso della presentazione del Profilo dei diplomati 2014, hanno anticipato anche i primi risultati dell’Indagine 2014 sulla condizione occupazionale e formativa dei diplomati 2013 intervistati a uno anno dal conseguimento del diploma.

L’Indagine, che ha riguardato quasi 50mila diplomati del 2013, provenienti da 350 istituti d’istruzione superiore, fotografa le scelte compiute dai diplomati alla conclusione della scuola secondaria superiore in termini di performance negli studi accademici e di occupabilità nel breve periodo.


Valutazione dell’esperienza scolastica

A un anno del diploma i ragazzi si dichiarano “pentiti della scelta” nel 46% dei casi. Il malcontento tocca il 59% tra i diplomati degli istituti professionali

Analizzando le valutazioni in merito dell’esperienza scolastica espresse dai diplomati 2013 prima e ad un anno dal diploma, emerge che la quota di pentiti, coloro che potendo tornare indietro compierebbero una scelta differente, cresce con il trascorre del tempo. La scelta del percorso di scuola secondaria superiore avviene notoriamente in un momento molto delicato nel corso del quale il ragazzo ha assai raramente raggiunto la maturità necessaria per prendere una decisione pienamente consapevole. È probabilmente per questa ragione che alla vigilia della conclusione degli studi, mentre il 56% dei diplomati del 2013 dichiara che, potendo tornare indietro, sceglierebbe lo stesso corso nella stessa scuola, il restante 44% ammette che compierebbe una scelta diversa. Nel dettaglio il 24% dei diplomati cambierebbe sia scuola sia indirizzo, il 12% ripeterebbe il corso ma in un’altra scuola, il restante 8% sceglierebbe un diverso indirizzo/corso nella stessa scuola.

Ad un anno dal diploma il quadro si modifica leggermente: la quota di intervistati che replicherebbe esattamente il percorso scolastico compiuto diminuisce di 2 punti percentuali, scendendo al 54% degli intervistati e portando così al 46% la percentuale dei “pentiti”: sale infatti al 30% la quota dei diplomati che cambierebbe sia scuola sia indirizzo, diventa del 7% quella di chi sceglierebbe un diverso indirizzo o corso e del 9% quella relativa a coloro che cambierebbero scuola, ma non indirizzo. I diplomati meno convinti della scelta compiuta a 14 anni, stando alle dichiarazioni rese alla vigilia dell’esame di stato, risultano quelli degli istituti professionali: il 47% potendo tornare indietro farebbe una scelta diversa. Nel corso del primo anno successivo al conseguimento del titolo si acuisce il malcontento rispetto alla scelta compiuta (tendenza verificata anche tra i diplomati tecnici): la quota dei “pentiti” tra i diplomati professionali sale infatti al 59%. I liceali, invece, risultano essere tendenzialmente i più appagati dalla scelta compiuta.


Dopo il diploma: università o lavoro?

L'identikit dei diplomati che proseguono gli studi

Ad un anno dal diploma, 65 diplomati su cento proseguono la propria formazione e sono iscritti ad un corso di laurea (53 su cento hanno optato esclusivamente per lo studio, 12 su cento frequentano l’università lavorando). La quota di diplomati dediti esclusivamente allo studio universitario è nettamente più elevata tra i liceali (76%; un 16% studia e lavora) rispetto ai diplomati del tecnico (40%) e del professionale (18%). Al contrario, come è normale attendersi, i diplomati che esclusivamente lavorano sono poco diffusi tra i liceali (3%), rispetto ai diplomati del tecnico (24%) e del professionale (33%).

Il contesto socio-culturale di origine è strettamente correlato alle scelte formative o professionali dei ragazzi. Fra i diplomati 2013 che provengono da famiglie più favorite, con almeno un genitore laureato, la quota di chi ha scelto di proseguire gli studi inscrivendosi a un corso di laurea triennale, 86%, è nettamente superiore rispetto a coloro che hanno genitori in possesso di un diploma secondario superiore (66%) o un titolo inferiore (circa 40%).


A un anno dal titolo, per 18 diplomati su cento la scelta universitaria non si è dimostrata vincente: fra coloro che dopo il diploma hanno deciso di continuare gli studi, il 7% ha, nel corso del primo anno, deciso di abbandonare l’università, mentre un ulteriore 11% è attualmente iscritto all’università ma ha già cambiato ateneo o corso di laurea.

Confrontando la situazione dei diplomati del 2011 e del 2013 (nello specifico si tratta di circa 48.000 diplomati di 110 Istituti di scuola secondaria superiore che hanno partecipato ad entrambe le rilevazioni) si rilevano risultati interessanti. Tra quanti hanno scelto di proseguire la formazione, la quota dei “pentiti” è andata progressivamente diminuendo. L’Indagine mette infatti in evidenza, dal un lato la crescita della quota dei diplomati che ha deciso di proseguire con gli studi universitari (dal 69% del 2011 al 71,5% del 2013); dall’altro una progressiva riduzione della percentuale di abbandoni (dall’8,5 del 2011 al 7% del 2013) e della quota di coloro che una volta iscritti all’università hanno poi scelto di cambiare ateneo o corso di laurea (dall’11 del 2011 al 9% del 2013).

I diplomati alla prova del lavoro

Ad un anno dal conseguimento del titolo risultano occupati 28 diplomati su cento: il 16% è dedito esclusivamente al lavoro; un altro 12% studia all’università e lavora.

La disoccupazione ad un anno resta tuttavia elevata e coinvolge 36 diplomati su cento; una quota significativa, che si riduce tra i liceali (31%) ma che raggiunge ben il 44,5% dei diplomati professionali, per i quali è più consistente la quota di chi, terminati gli studi secondari, decide di inserirsi nel mercato del lavoro.


Pubblicato su "Il Sole 24 Ore" il 3 dicembre 2014




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