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Come si vedono i diplomati 2014?

Il XII Rapporto AlmaDiploma sui diplomati 2014 permette di analizzare la percezione dei diplomati sui loro punti di forza, preferenze circa le materie di studio universitarie e caratteristiche del lavoro ideale.



Il XII Rapporto AlmaDiploma sui diplomati 2014 - presentato lo scorso 3 dicembre al Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca - permette di analizzare la percezione dei diplomati in merito ai loro punti di forza, preferenze circa le materie di studio universitarie e caratteristiche del lavoro ideale.

Il focus prende in esame 24.782 diplomati che hanno partecipato a due rilevazioni congiunte, AlmaDiploma e il percorso di orientamento AlmaOrièntati.

Dal Rapporto emerge un dato preoccupante - precisa Andrea Cammelli, fondatore dal 1994 e direttore di AlmaLaurea - 46 diplomati su cento se tornassero ai tempi dell’iscrizione alla scuola superiore secondaria di II grado cambierebbero l’indirizzo di studio e/o la scuola: 11 su 100 ripeterebbero il corso ma in un’altra scuola, 7 sceglierebbero un diverso indirizzo/corso della propria scuola e 27 cambierebbero sia scuola che indirizzo. Ciò è il frutto di una scelta compiuta troppo precocemente, quando i condizionamenti familiari e della rete di amicizie sono ancora rilevanti. L’organizzazione degli ordinamenti scolastici con un primo biennio comune e il corrispondente posticipo della scelta di indirizzo a 16 anni potrebbe verosimilmente abbattere questa quota consistente di 'pentiti'”.

Ma il contesto familiare di provenienza influenza anche la scelta dell’indirizzo di studio. “Non è un caso - chiarisce il direttore - che la presenza di diplomati che provengono da contesti famigliari più favoriti e con genitori in possesso di titoli di studio elevati è massima fra i diplomati classici e scientifici, si riduce fra i tecnici ed è minima fra i professionali. Analogamente, gli indirizzi liceali classici e scientifici si caratterizzano per una forte presenza di studenti di estrazione borghese e una sottorappresentazione dei figli della classe operaia”.

Per tutte queste ragioni è urgente una seria politica di diritto allo studio, un elemento ancora più importante se si tiene conto che ancora oggi solo il 30 per cento dei 19enni accede agli studi universitari; 82 immatricolati su cento provengono da famiglie i cui genitori non hanno esperienza di studi universitari e 15 immatricolati su cento abbandonano nel corso del primo anno di università

 

I punti di forza dei diplomati

Analizzando le opinioni dei diplomati in merito ai loro punti di forza emergono alcuni tratti distintivi. Nel complesso, i tre aspetti con cui si identificano maggiormente gli studenti sono l’importanza riconosciuta al lavoro come esperienza per la realizzazione personale (si identificano l’83% dei diplomati), la capacità di comprendere le regole degli ambienti in cui si trovano (81%), l’interesse nei confronti del viaggio (all’81% dei giovani “piacerebbe girare il mondo”).

Gli studenti risultano però poco disposti a concentrarsi sullo studio senza farsi distrarre da altro o a studiare con regolarità anche le materie non gradite (rispettivamente 19% e 22%) e solo il 22% ritiene che il guadagno sia proporzionale al titolo di studio acquisito. Questi ulteriori tre aspetti evidenziano due aspetti: da un lato, la percezione da parte degli studenti che il mondo del lavoro non sia in grado di remunerare gli sforzi profusi nello studio; dall’altro, la difficoltà di concentrarsi nello studio, soprattutto quando si tratta di materie ritenute poco gradite. Tant’è che se è vero che il 71% dei diplomati sa con certezza cosa non vorrebbe più studiare, solo il 50% ha scoperto quali materie di studio gradisce veramente. Per quanto riguarda il valore attribuito alla formazione, la maggioranza dei diplomati concorda pienamente sul fatto che sia necessario continuare a formarsi per tutta la vita (77%) e che una formazione elevata aumenti le opportunità occupazionali (67%).

Interessanti le differenze che emergono se poniamo maschi e femmine gli uni di fronte alle altre. Il loro modo di vedersi è infatti profondamente diverso. Le femmine attribuiscono maggiore importanza alla formazione, mentre i maschi ritengono di essere più preparati ad affrontare le difficoltà. Infatti, le studentesse tengono, decisamente più dei loro colleghi, ad avere successo nello studio (51% contro 34%, rispettivamente) e sono più disponibili a studiare anche le materie non gradite (27% contro 15%). D’altra parte, gli studenti maschi dichiarano più spesso delle femmine di saper affrontare i problemi senza farsi prendere dal panico (52% contro 26%), di reagire attivamente se qualcosa va storto (51% contro il 36%) e di affrontare con coraggio gli imprevisti (54% contro 39%).

 

Le materie preferite

Attraverso AlmaOrièntati gli studenti esprimono inoltre il proprio gradimento per ciascuna delle materie presenti nei programmi dei corsi universitari. Emerge così (su una scala da 0 a 10) che le materie più gradite tra i diplomati risultano: scienze biologiche e psicologia (5,5), arte e spettacolo e matematica (5,1), informatica e lingue e letterature moderne (5,0). All’opposto, in fondo alla graduatoria, troviamo agraria (2,6), veterinaria (3,2), ingegneria industriale, ingegneria dell’informazione e statistica (3,6).

 

Numerosi neodiplomati si iscriveranno a corsi di laurea che corrispondono ben poco alle loro preferenze culturali. Ne sono consapevoli?

Il confronto fra percorso universitario scelto e percorso universitario preferito, individuato sulla base delle materie che piacciono di più, offre spunti di riflessione interessanti. Limitando l’analisi ai diplomati che dichiarano di sapere già a quale corso si immatricoleranno, si ricava che nella gran parte dei casi, oltre il 70% di chi intende iscriversi a un corso dei gruppi giuridico, psicologico, scientifico, architettura e linguistico ha scelto proprio il settore di studio preferito in termini di contenuto formativo. In altre parole, esprimono l’intenzione di iscriversi a corsi di laurea che sono coerenti con i loro interessi culturali.

Non è lo stesso per chi propende per corsi di laurea come medicina e odontoiatria e, in particolare, per ingegneria ed educazione fisica; tuttavia chi sceglie queste aree di studio, anche quando non le preferisce, nel corso degli studi intrapresi tende comunque a gradirle. Ben diverso il caso del gruppo politico sociale e del gruppo insegnamento, ai quali intendono iscriversi quote rilevanti di studenti che gradiscono poco o molto poco le materie del corso di laurea.

Per quale ragione è piuttosto frequente che i giovani scelgano percorsi universitari non in linea con le loro preferenze in termini di materie di studio? Si tratta di scelte consapevoli, effettuate in previsione del proprio futuro professionale? Oppure la scelta è dovuta a una carenza di informazioni circa l’effettivo contenuto del corso di laurea? In quest’ultimo caso è evidente che gli strumenti di orientamento alle scelte post diploma possono giocare un ruolo decisivo ed essere determinanti nel prevenire abbandoni degli studi, delusioni e insuccessi all’interno del nostro sistema universitario.

 

Percorso universitario scelto e percorso universitario preferito corrispondo?

 

 

Chi sceglie di proseguire gli studi: “tante Formiche ambiziose”

Nel percorso AlmaOrièntati gli studenti sono chiamati a posizionarsi rispetto a 14 caratteristiche del lavoro ideale che desiderano svolgere nel futuro; in base alle risposte fornite gli stessi studenti vengono classificati in alcuni gruppi, rappresentati da simbolici “animaletti”.

I diplomati 2014 che intendono proseguire gli studi si concentrano prevalentemente in cinque gruppi: Formica ambiziosa (25%), Leone rampante (17%), Cane da guardia (13%), Tartaruga da giardino e Lupo d’appartamento (entrambi 11%). Meno diffusi risultano il Delfino mediterraneo, il Cavallo di Zorro, l’Ornitorinco, il Gatto sornione e l’Aquilotto alpino, che raccolgono tra il 2% e il 7% dei casi.

Gli studenti del gruppo Formica ambiziosa cercano nel lavoro soprattutto la stabilità, la coerenza con gli studi e la possibilità di acquisire professionalità, mentre sono poco interessati all’autonomia e alla flessibilità dell’orario di lavoro. Il Leone rampante è attratto dal guadagno, dalle possibilità di carriera e dal prestigio che il lavoro può offrire, mentre non attribuisce grande importanza alla possibilità di disporre di tempo libero e alla flessibilità dell’orario di lavoro. Il Cane da guardia cerca stabilità, buoni rapporti con i colleghi e un buon ambiente di lavoro, mentre è tendenzialmente poco interessato alla possibilità di svolgere un lavoro utile per la società e alla corrispondenza tra l’attività lavorativa e i propri interessi culturali. Il Lupo d’appartamento cerca invece guadagno, possibilità di carriera e autonomia sul lavoro; di contro, è relativamente poco interessato alla coerenza con gli studi universitari e alla stabilità del lavoro.

 

Chi sceglie il lavoro: “il guadagno è l’aspetto più importante”

I diplomati 2014 che non intendono proseguire gli studi si concentrano prevalentemente in tre categorie di animaletti: Canarino splendente (39%), Volpe a pois (22%) e Tigre dinamica (17%). Poco rappresentati, con quote che non superano il 6%, risultano i restanti profili: Cicala happy hour, Panda idealista, Castoro ambizioso, Ape operosa e Scoiattolo della giungla.

Per ciascuno dei tre profili più ampi il guadagno risulta uno degli aspetti maggiormente ricercati; i tre animaletti si distinguono per la rilevanza attribuita agli altri aspetti. Il Canarino splendente, oltre al guadagno, ricerca un lavoro che gli offra la possibilità di fare carriera ma non è interessato dalla possibilità di essere autonomo e indipendente, dal coinvolgimento nelle decisioni aziendali, dalla possibilità di svolgere un lavoro utile per la società. La Volpe a pois ricerca nel lavoro la carriera, il coinvolgimento nelle decisioni aziendali, il guadagno, l’indipendenza, la flessibilità di orario di lavoro, il prestigio e rinuncia alla coerenza con gli studi compiuti e alla stabilità del proprio lavoro. Infine la Tigre dinamica ricerca la carriera e il guadagno, ma non è soddisfatta del luogo di lavoro, della possibilità di disporre di tempo libero, della flessibilità dell’orario di lavoro.

 

Pubblicato su "Il Sole 24 Ore - Scuola 24" il 5 gennaio 2015

 





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